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Interstate 60 un road movie che parla di crescita personale

interstate 60
Tempo stimato di lettura: 4 minuti

Il film Interstate 60 racchiude alcuni insegnamenti che, possono rivelarsi molto utili se non addirittura illuminanti per la propria crescita personale.

Interstate 60 racconta la storia di un ragazzo che cerca di trovare la propria strada nella vita. Neal Oliver (James Marsden) è un giovane di 23 anni che, nonostante abbia un futuro assicurato grazie alla sua famiglia, è assalito da molteplici dubbi su ciò che veramente vuole fare (lui è un grande amante dell’arte).

Un giorno casualmente si troverà di fronte un certo O.W. Grant (Gary Oldman), un bizzarro individuo che lo spinge ad intraprendere un viaggio sulla Interstate 60, strada misteriosamente assente nelle mappe.

In questa avventura on the road Neal si imbatte in molti personaggi assurdi ma riuscirà nel suo intento: trovare le risposte che stava cercando.

Il film è una godibilissima favola surreale sulla crescita personale.

Il film è da vedere tuttavia ci focalizziamo solo su alcuni dei tanti messaggi, alcuni anche molto nascosti.

Il primo dei 3 punti focali

Il primo, quello che più di tutti mi è piaciuto, è il gioco dei “cuori neri e picche rosse”. In sostanza, viene evidenziato uno dei principali funzionamenti del cervello umano, che serve principalmente al risparmio energetico e alla velocità di percezione della realtà e conseguenti esecuzioni di ogni sorta.

Il giochetto è più o meno questo. Qualcuno sfoglia velocemente delle carte dinnanzi al nostro protagonista, esortandolo a ricordare e ripetere il seme di ognuna. Ma come si può scoprire alla fine del gioco, i cuori sono neri, e vengono (inconsciamente) scambiati per le picche, mentre le picche sono rosse, e vengono confuse con i cuori.

Questa consapevolezza osservatrice, se trasportata nel quotidiano, può veramente farci percepire la realtà in maniera diversa, permettendoci di notare cose che prima non vedevamo. Tuttavia, questo è, come ho già detto, un procedimento atto a risparmiare energia. Il cervello non riesce a processare tutte le informazioni che gli arrivano dall’ambiente senza l’utilizzo di automatismi. Questi, però, alle volte cambiano nettamente la realtà.

Il succo è che vediamo quello che ci aspettiamo di vedere e non quello che è realmente!

Clip delle carte

Il secondo punto focale di Interstate 60

La seconda situazione di Interstate 60 che mi ha fatto riflettere è stata quella in cui il protagonista si ritrova in una strana città dove viene distribuita legalmente una droga di nome Euphoria. Leggi bene le parole che dice un poliziotto del posto all’ignaro protagonista quando tenta di spiegargli la situazione dei cittadini locali.

Euphoria è una droga sintetica, potente, legale. Invitammo tutti a non farne uso, ma come vi dicevo ci sono persone che vogliono solo sballarsi. Una dose ed erano dei drogati sotto controllo. In questo modo siamo noi a poter stabilire il prezzo e l’abbiamo resa molto accessibile. Vivono nei nostri campi, mangiano il nostro cibo, fanno qualche lavoretto, ritirano l’immondizia, falciano l’erba, puliscono i cessi, e poi prendono euphoria e di notte si parte, tutti a fare baldoria (Poliziotto di Euphoria).

Anche se nella pellicola rende molto meglio, io ci ho trovato una chiara analogia con la società moderna dei giorni nostri. È una situazione che, mascherata, risulta molto simile. Questa ci può far capire i subdoli meccanismi che ci distraggono e non ci fanno seguire i nostri veri obiettivi.

Non potresti nemmeno immaginare cosa rappresenta Euphoria nella realtà quotidiana. No, non pensare a cocaina, eroina, alcol o marijuana. Non intendo niente di così illegale e costoso, penso a qualcosa di più banale e sotto gli occhi di tutti che alla fine ci rende zombie… non avete capito a cosa intendo?

La clip di Euphoria

 

Il punto focale n° 3

Il terzo punto d’interesse riguarda una frase che viene ripetuta un paio di volte nella pellicola.

Ogni evento è inevitabile. Se non lo fosse non accadrebbe (O.W. Grant).

Non puoi non ammettere che questo messaggio possiede un marcato fascino. Ricordo che mi colpì fin da subito, e lo reputai istantaneamente veritiero. D’altronde non può esserci dubbio, perché ciò che rende vera la frase è quel “altrimenti non accadrebbe”.

Dopo qualche minuto mi resi conto del messaggio all’interno del messaggio, ossia del fatalismo insito in quella bella frase. Anche qua può esserci un fraintendimento, perché se “ogni evento è inevitabile, altrimenti non accadrebbe” significa che allora tutto è predestinato. La nostra vita è già stata scritta, siamo impotenti di fronte al destino.

Questi modi di intendere l’esistenza a mio avviso riducono la vita a un triste avvenimento meccanico e immutabile. Che divertimento c’è a credere al destino?

Ricorda, nel momento in cui dici “credo al destino” hai già fatto una scelta.

È perciò vero che ogni evento è inevitabile altrimenti non accadrebbe, però chiediti, chi è che crea questi eventi?

In definitiva cos’è l’ Interstatale 60? È una metafora della vita … una strada impervia, e quando iniziamo a percorrerla non sappiamo dove ci condurrà, facciamo incontri, esperienze, viviamo avventure sentimentali ed a volte impariamo a nostre spese che non tutto è ciò che sembra e che la vita può riservarci delle sorprese [cuori neri e picche rosse].

Parlare di questa pellicola è un po’ come parlare di qualcosa che ci accomuna tutti ad un certo punto della nostra vita: chi siamo? Chi vorrebbero farci essere e, cosa più importante chi vorremmo essere?


D

i seguito trovate l’Audio lettura, ma ricordatevi sempre che avere in mano un vero libro, sfogliarlo e annusare le pagine fresche di stampa è una vera e propria esperienza sensoriale che ci consente di pregustare il momento in cui ci riapproprieremo del nostro tempo per affrontare la lettura, e lo “sforzo” dell’impresa ci permetterà d’immergerci nell’esperienza e assimilarne il contenuto meglio di qualsiasi audio lettura.



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