ViviLiberamente.com

La sincronicità non è una semplice coincidenza

sincronicità viviliberamente
Tempo stimato di lettura: 4 minuti

Cos’è la sincronicità? È quel concetto che sostiene che la maggior parte degli eventi, nella nostra vita, hanno un significato preciso e accadono per una ragione. In altre parole, nulla accade per caso.

Jung e la teoria della sincronicità

Carl Gustav Jung pubblicò un’opera nel 1952 in cui parlava della teoria della sincronicità.

Secondo la teoria della sincronicità di Jung, nessun avvenimento è un fatto accidentale ma la nostra vita è costellata di un insieme di coincidenze. O meglio, quelle che noi siamo abituati a considerare coincidenze ma che nella realtà non lo sono affatto.

Sarà capitato a tutti di pensare “ma guarda che coincidenza!” riferito ad un incontro, ad una frase letta su un libro, ad un ritrovamento inaspettato, ad una notizia che ci ha colto di sorpresa. E potrei continuare all’infinito. Sono molti i momenti in cui possiamo dire di vivere una “coincidenza”.

Secondo la teoria della sincronicità, la coincidenza non esiste o meglio si tratta di coincidenze non casuali. La maggior parte degli eventi sincronici che avvengono nelle nostre vite rappresentano un messaggio, un segnale che ci indica la strada da percorrere.

Un esempio di sincronicità

Nel dare la sua definizione di sincronicità, Jung spiegò che le coincidenze sono sequenze accidentali, tra loro collegate, di eventi insoliti. Le coincidenze si verificano spesso ma non sempre assumono un significato preciso.

Prendiamo una persona che sta lavorando ad un articolo sulla sincronicità che entra in contatto con persone che stanno lavorando, anche loro, sullo stesso tema e per questo si instauri una amicizia o una conoscenza piacevole. Si tratta di una piacevole coincidenza ma di per sé non particolarmente significativa. Se invece, quella stessa persona che scrive un articolo sulla sincronicità e sulle coincidenze, pensasse che nessuno attorno a lei conosce questo argomento ed è quindi difficile confrontarsi, incontrasse una persona che lavora sulla teoria della sincronicità, allora questa diventa una coincidenza che racchiude un significato.

Quando compiamo qualcosa di nuovo, spesso ci sentiamo soli o diversi dagli altri: ma se nel momento in cui viviamo un’esperienza nuova, incontrassimo altre persone che la pensano allo stesso modo e ci sentissimo più rassicurati? Certamente non sarebbe un caso ma un indizio che ci indica di non scoraggiarsi, ma perseguire la strada intrapresa perché utile per la nostra crescita.

A cosa serve la teoria della sincronicità?

Un evento sincronistico può racchiudere in sé diversi significati. Come tutti i simboli, anche gli eventi sincronistici hanno la funzione di rendere conscio l’inconscio.

L’originalità del contribuito di Jung consiste nel presupposto che l’inconscio non sia solo un magazzino personale ma un magazzino psichico del genere umano. È quello che Jung definì “inconscio collettivo” ovvero una raccolta di simboli che condividiamo con gli altri esseri umani e dei quali siamo all’oscuro.

Coincidenze

Molto spesso l’uomo definisce coincidenze fenomeni di sincronicità, questo perché lui le osserva solo sul piano materiale, che attraverso gli organi di senso può facilmente sondare.
Il pensare spesso ad una persona e poi incontrarla e il sentirsi raccontare fatti che per qualche strano motivo si erano intuiti, sono tipici fenomeni di coincidenze sincroniche.
La correlazione di determinati eventi sognati e il loro realizzarsi nel breve, medio periodo, sono “coincidenze sincroniche”, poiché l’individuo le percepisce istantanee durante il sogno, quindi nei piani sottili, le quali poi si manifestano nel piano materiale, dopo che l’energia della cause iniziali ne hanno scatenati gli effetti nello spazio e nel tempo.
Le “coincidenze sincroniche” sono sempre correlate da uno stato e da una influenza psichica tra due o più fenomeni, esse non derivano mai dal caso o dal caos.

Le coincidenze sono il prodotto di questi elementi presenti nell’inconscio collettivo che ci portano a rapportarci e a vivere esperienze con gli altri, ricche di significato.

Provate a pensare ad uno stormo di uccelli che volano perfettamente “sincronizzati”…

Lo scienziato Rupert Sheldrake ha condotto degli esperimenti interessanti tra i cani e i loro padroni. In questi esperimenti, facevano uscire il padrone lasciando il cane in casa per un tempo indeterminato, in condizioni non abituali (in modo tale che il cane non si aspettasse il momento del suo ritorno), con delle telecamere in casa per controllare i suoi comportamenti. In quasi tutti i casi, quando decidevano di far rientrare il padrone in casa, il cane in casa d’un tratto si alzava e andava verso la porta. Il padrone è ancora lontano, non è dietro la porta o sotto casa con la macchina, sa solo che sta per tornare a casa. I cani riescono a percepire le intenzioni dei loro padrone, se il loro legame è forte.


Molte persone vantano una forte connessione con i loro animali. Gli animali hanno un contatto più immediato con la natura essenziale delle cose, di conseguenza gli esempi di sincronicità abbondano.

Ma cosa possiamo dire di noi esseri umani? Abbiamo anche noi accesso a questo straordinario fenomeno della natura? Noi essere umani, ahimè, abbiamo perso il nostro senso di appartenenza alla nostra natura per via del mare di preoccupazioni riguardo le bollette da pagare, la scelta del colore della macchina nuova e altre migliaia di distrazioni offerte dalla vita quotidiana. L’uomo ha sviluppato l’ego, quella convinzione che il nostro “io” sia diverso da tutti gli altri, di conseguenza la connessione con il resto dell’universo viene persa.

C’è ancora molto da dire per approfondimenti vi mandiamo alle seguenti pubblicazioni e al video di Saverio Valenti.

Lasciate un commento grazie 🙂

 

Exit mobile version