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DALL’OMINIDE ALL’UOMO DI OGGI
Il mistero dell’anello mancante – le scoperte miracolose che hanno consentito all’uomo di arrivare fino ad oggi. Solo frutto della sua intelligenza?

LA STORIA DELL’UOMO NEL NOSTRO DNA

Nel 2018 lo scienziato cinese He Jiankui di Shenzhen e suoi collaboratori hanno effettuato particolari intervenuti sul DNA umano, realizzando per la prima volta nella storia della medicina moderna esseri umani modificati geneticamente. Si tratterebbe di 2 gemelle il cui DNA sarebbe stato sottoposto all’intervento di uno strumento biologico di modifica genetica conosciuto come: Il CRISPR/Gas9 (x).

A questo evento il mondo scientifico ha reagito negativamente, ritenendo tale esperimento non solo immorale, ma pericoloso per la stessa evoluzione umana. Purtroppo il gioco è fatto e in segreto altri scienziati, senza remore morali, in molte aree del mondo staranno imitando i loro colleghi cinesi.

Ma di cosa si tratta realmente?

In parole povere è stata creata in laboratorio una “forbice molecolare” che può agire dentro il nostro DNA, un po’ come accade quando scrivendo sul nostro computer prendiamo una frase già fatta da un testo e la incolliamo sul nostro articolo, il famoso “ copia incolla”.

Questo ora è possibile prendendo un pezzo di DNA sano e inserendolo in una sequenza di DNA malato (editing genetico). Questo processo, già in atto nel campo botanico, si chiama Crisps/Gas9 (x).

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Approfondimento:

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(x) CRISPR/Cas9 = E’ una nuova tecnica per realizzare la riparazione di geni difettosi chiamata “gene editing”.. Si riporta quanto scritto dal genetista L. Galietta: «Si basa sulla scoperta di meccanismi molecolari di taglio e riparazione del DNA. Si parla di “forbici molecolari” per descrivere il metodo CRISPR/Cas9. Cas9 è una nucleasi, una proteina che taglia il DNA, che utilizzando degli opportuni RNA può essere indirizzata verso punti precisi del genoma cellulare, ad esempio in corrispondenza di una mutazione del gene CFTR.

Avvenuto il taglio, le cellule effettuano una riparazione che, in presenza di un opportuno DNA stampo, può portare all’eliminazione definitiva della mutazione e al ripristino della sequenza normale del gene CFTR. Sono stati già pubblicati studi in cui, utilizzando come vettore del sistema CRISPR/Cas9 un virus del gruppo dei Lentivirus, è stata realizzata la riparazione del gene CFTR in vitro su cellule epiteliali respiratorie e su organoidi intestinali.
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A questo punto potremmo aprire un dibattito serrato su quanto sta accadendo nel mondo della genetica, ma non è questa la nostra intenzione, lo scopo invece è riconsiderare la storia umana, partendo da quest’ultimo evento scientifico e rivedendo con occhi diversi quanto ci è stato tramandato dai poemi sumeri scritti all’incirca 3.000 anni prima di Cristo, che paradossalmente si avvicinano a questo esperimento genetico.

Già alla fine del 1800 la traduzione dall’Accadico all’inglese stava diventando una realtà, oggi i testi sumeri non hanno più segreti. Grazie al ritrovamento di migliaia di tavolette di argilla, scritte nei caratteri cuneiformi, si è consentito agli archeologi di tradurre e divulgare opere letterarie, storiche e scientifiche della civiltà sumera. Tra queste opere complete dobbiamo menzionale la famosa “Epopea di Gilgamesh” e poi “l’Esuma Elis” (tradotto: “Quando in alto”) e “Atra Hasis” (tradotto: il sommamente saggio).

Opere dalle quali la Bibbia, ormai è scientificamente provato, ne ha utilizzato diversi passaggi e miti come, ad esempio il diluvio universale e Noè(Utanapistim). Quello che inizialmente sembrava pura fantasia degli scriba mesopotamici, oggi, sulla base di quanto accennato all’inizio, ci fa riflettere e rivedere sotto occhi diversi quanto i nostri antichi antenati ci hanno voluto tramandare attraverso le loro opere.

Sta prendendo piede sempre di più, grazie alle nuove scoperte scientifiche, la rivisitazione non solo dell’evoluzione Darviniana nei confronti dell’uomo, ma anche la storia delle prime civiltà e di quelle ancora più antiche rimaste solo nei miti, come ad esempio la civiltà’ di Atlantide descritta da Platone nel Crizia e nel Timeo.

Entriamo nel merito per meglio capire:

Fino al 1953 non sapevamo che la struttura di un essere umano, il suo carattere e la sua intelligenza dipendessero da qualcosa di infinitamente piccolo, da una molecola, quella del DNA. Anche se già nel 1944, in piena guerra mondiale, alcuni scienziati cominciarono a comprendere che all’interno di ogni cellula, sia essa vegetale, animale e umana, esisteva una molecola capace di trasmettere agli altri organismi informazioni genetiche. Tuttavia certe intuizioni restavano patrimonio delle più importanti università e sconosciute al pubblico di allora.

Nel 1953, grazie allo scienziato Rosalind Franklin, fu scoperta la struttura ad elica del DNA e tutti i collegamenti tra un filamento e l’altro. Da quel momento il grande pubblico poté cominciare a comprendere la scoperta. Molti interrogativi legati al DNA e alla sua funzione finirono per essere in parte risolti e oggi grazie alle scoperte della genetica, come abbiamo visto, si può addirittura intervenire nella sua struttura intima.

Ma che centra in tutto questo la storia della civiltà sumera? Qualcuno legittimamente potrà chiederselo, e allora entriamo nel vivo della questione:

OPERE E TESTIMONIANZE DELL’ANTICA CIVILTA SUMERA

Quasi tutte le opere sumere parlano di un gruppo di personaggi, identificabili come Dei, che scese sulla Terra perché aveva bisogno di particolari minerali come l’oro per applicazioni tecniche e scientifiche necessarie al loro mondo. Oro che trovarono abbondante in Africa meridionale (oggi Sudafrica). Ciò, secondo l’interpretazione dei sumerologi, sarebbe avvenuto molti migliaia di anni prima della civiltà egizia.

Ad un certo punto, è scritto sulle tavolette d’argilla, gli Igigi, operai specializzati di questo misterioso popolo (sarebbero gli Elohim biblici o Anunnaki per i testi sumeri), stanchi di scavare nelle miniere si ribellarono ai loro capi chiedendo di essere esentati da quel duro lavoro. A quel punto, visto che erano presenti ominidi (homo erectus) che girovagavano in gruppi in molte regioni dell’Africa, uno degli Igigi chiese ad Enki, capo supremo del popolo che si era insediato in Mesopotamia, di intervenire su quegli esseri per trasformarli in operai- minatori.

I testi sumeri, con dovizie di particolari, ci informano che Enki incaricò la moglie Ninhursag (chiamata significativamente la “Dea Madre” o anche “Signora che dà la vita”) di creare una razza di lavoratori in sostituzione degli igigi. Questi scritti ci dicono che fu catturato un certo numero di ominidi è avviata la sperimentazione per formarli e migliorarli come “esseri intelligenti” a servizio degli elohim o anunnaki.

Fu così che, dopo innumerevoli tentativi, in cui noi oggi potremmo definirli di ingegneria genetica, in cui si cercò di mescolare il DNA degli Igigi con quello umano, si arrivò finalmente a generare una specie di schiavi sufficientemente intelligenti e controllabili e abbastanza forti per lavorare nelle miniere.

La specie umana così aveva appena compiuto l’importante salto evolutivo da Homo Erectus a Homo Sapiens, il famoso “Anello Mancante” secondo la paleantropologia.
Oltre ai testi sumeri che parlano di questo esperimento alla fine riuscito, sono diversi i bassorilievi conservati sia nei musei di Berlino, Londra e Bagdad in cui è rappresentata la nascita dell’uomo-schiavo (vedi illustrazione).

Ninhursag mostra a Enki il risultato dell’esperimento per creare un essere nuovo e gli dice: “ ecco io l’ho fatto….” Si noti la rappresentazione di un laboratorio a sinistra e a destra “l’albero della vita”.

Forse questo breve articolo potrebbe destare qualche perplessità, il crollo dentro di noi di alcune certezze radicate da sempre, come quella scritta nella Bibbia dove JAVHE avrebbe costruito l’uomo impastando e modellando il fango. E’ anche legittimo ostentare un po’ di scetticismo, perché in fondo siamo stati sin da piccoli indottrinati verso altre storie, ed ora cancellarle o rivederle completamente può essere difficile.

Ma questo è invece lo scopo di questa rubrica, fornire notizie diverse da quelle che ci sono state stillate da sempre e immagazzinate nel nostro cervello. E poi, diciamocela tutta, è comunque bello percorrere strade di conoscenza diverse da quelle che per noi sono scontate, cercando anche di considerare quello che i saggi del passato hanno sempre cercato di dirci, come il sommo poeta Dante che nella sua opera La Divina Commedia/inferno scrisse:

“…fatti non foste a viver come bruti ma a perseguire virtute e canascenza (conoscenza)“.

Frase questa che Dante affibbiò ad Ulisse impegnato a spronare i suoi compagni a continuare il loro viaggio oltre le colonne d’Ercole, confine ultimo del mondo di allora.

Non solo Dante, ma anche Leopardi, come noi cercava di interpretare il senso della vita umana e in questo turbinio di pensieri, dubbi e paure alla fine scriveva nella poesia L’Infinito:

”…. così tra questa immensità s’annega il pensier mio : e il naufragar m’è dolce in questo mare”.

Ma allora questi giganti della nostra letteratura non avevano le conoscenze che, grazie alla scienza, abbiamo noi oggi e quindi non potevano cercare le risposte nelle testimonianze concrete che ci giungono dal passato.

In tutto questo, e qui finiamo altrimenti ci servirebbero altre pagine, parliamo della Nasa che certamente non è all’oscuro delle storie narrate nelle opere sumere, anzi sappiamo che le ha studiate a fondo e quello che segue ne è la dimostrazione:
Qualche decennio prima degli studi del sumerologo Sitchin, il grande astrofisico Carl Sagan – una delle massime autorità scientifiche a livello mondiale, aveva scritto vari articoli in cui faceva notare come alcune tavolette sumere rappresentassero il nostro sistema solare con i pianeti Plutone e Nettuno, che gli astronomi hanno scoperto solo nello scorso secolo.

Ebbene, nel disco fonografico contenuto nelle sonde NASA Voyager 1 e 2, lanciate nel 1977 verso lo spazio alla ricerca di un contatto con civiltà extraterrestri, oltre ad immagini e suoni terrestri, sono stati incisi saluti in 55 lingue diverse. Sono tutte lingue attualmente parlate nel mondo tranne una, quella scelta per il primo saluto, che è proprio il sumero.

A scegliere questa lingua fu il dottor Carl Sagan, che all’epoca guidava il team NASA.

LA CLONAZIONE E I SUMERI

“ se fosse vero sarebbe sconvolgente”

Per la prima volta al mondo, un’équipe di scienziati del Chinese Academy of Science Institute of Neuroscience di Shanghai, coordinata da Qiang Sun, ha clonato con successo due macachi, con la cosiddetta tecnica del trasferimento nucleare di cellule somatiche. La stessa con cui venne clonata la pecora Dolly.

Dopo anni di ricerche e tentativi, sono nati due macachi femmine, Zhong Zhong e Hua Hua
(insieme, i due nomi formano la parola zhonghua, che significa «popolo cinese»). Le scimmie, che adesso hanno otto e sei settimane, sono geneticamente identiche pur senza essere gemelle naturali, e sono in buona salute. Il lavoro – appena pubblicato sulla rivista Cell – segna un importante traguardo nella ricerca biomedica, e indubbiamente scatenerà il dibattito sulla clonazione di un’altra specie di primati: gli umani. Questa notizia ci consente di entrare nel merito di qualcosa che gli scienziati onesti oggi hanno paura di dire perché, come accadeva nel periodo della “santa inquisizione”, temono di finire (metaforicamente) sul rogo.

Tuttavia non si possono disconoscere che più di 4000 anni fa in Mesopotamia di creazione e clonazioni di esseri viventi parlavano molti testi mitologici e letterali.

Ero un ammiratore e amico dell’archeologo Sabatino Moscati e su questo tema più volte ci eravamo confrontati, lui come scienziato era molto cauto nelle affermazioni, tuttavia mi diceva spesso che la storia dell’uomo andava completamente riscritta. Le ultime scoperte archeologiche come Gobleki Tepe, risalente al 9.600 a.C., di cui abbiamo trattato nel precedente numero del nostro notiziario, dimostrano che Sabatino Moscati aveva ragione. Ma ora andiamo per ordine “leggendo” quanto scritto su moltissime tavolette sumere.

Sono pervenuti a noi, dopo anni di studi, interpretazioni e traduzioni, diversi poemi sumeri, tra questi i poemi di Enmerkar, di Lugalbanda e di Domuzi. Ma l’opera principale ormai conosciuta da tempo e quella di Gilgamesh, con i suoi 6 poemi. Tradotta completamente perché riportata secoli dopo dai Babilonesi è giunta fino a noi in uno stato di conservazione buono. L’Epopea di Gilgamesh, per molti sumerologi, ha suggerito gli scrittori della Bibbia.

In molte di queste opere si parla di dei che hanno trasformato (circa 300/200 mila anni fa) con metodi che noi oggi potremmo chiamare di ingegneria genetica, gli ominidi che allora popolavano la Terra, in fedeli servitori (schiavi) a disposizione delle esigenze delle divinità, come ad esempio scavare nelle miniere dell’Africa del Sud. Quindi noi saremmo stati “costruiti o migliorati geneticamente” da una civiltà antichissima che poi ha forgiato anche il popolo sumero.

Lo studioso Zecharia Sitchin, famoso sumerologo, nei suoi testi afferma più volte che l’uomo come è oggi è frutto di un intervento genetico attuato addirittura tra i 300 e i 200 mila anni fa da parte di scienziati di un popolo misterioso conosciuto come Anunnaki (Elohim per gli Ebrei ).

Questo ci dicono le migliaia di tavolette di argilla scritte in caratteri cuneiformi rinvenute nei vari scavi mesopotamici, principalmente ad Uruk.

Di seguito fornisco una sintesi dei loro contenuti:

In un tempo lontano (noi supponiamo 300 o 250 mila anni fa) ad Enki, scienziato AnunnakI, venne l’idea di creare un “lavoratore” che potesse estrarre l’oro nelle miniere dell’Abzu (l’odierno Zimbabwe) al posto degli Igigi-Anunnaki, stanchi e sfibrati dal duro lavoro. Un essere simile a loro, anzi ad “immagine e somiglianza”. Enki, dopo aver ottenuto il parere favorevole degli altri capi Anunnaki, convocò la sua sorellastra-moglie Ninhursag (Signora della vita) e l’ufficiale medico Ninmah, ai quali diede il compito di aiutarlo nel “creare” il nuovo essere, partendo dagli ominidi (homo erectus) che già esistevano sulla
Terra. Ninhursag iniziò il suo lavoro, nel laboratorio chiamato Bit Shimti (Casa in cui viene soffiato il vento della vita), qui l’essenza del sangue di un maschio Anunnaki veniva mescolato con l’ovulo di un ominide femmina. L’ovulo così fecondato veniva poi inserito nell’utero di una donna Anunnaki.

Nel testo mesopotamico Atra Hasis e in altri testi, viene descritto un procedimento ben più complesso, costellato di tentativi e di errori, fino a quando Enki e Ninhursag non ottennero il risultato desiderato. Quando nacque il primo “modello”, Ninhursag, chiamata dai sumeri Mammi (da cui deriva l’odierno mamma), lo sollevò in alto ed esultando disse: “io l’ho creato! Le mie mani l’hanno fatto”.

Da questo unico modello l’Adamu (l’Adamo ebraico, colui che è della Terra, l’homo sapiens), venne lanciato un processo di replicazione di massa. Preparando più misture di TI.IT (Ciò che è con la vita, l’argilla biblica), manipolate geneticamente per produrre lavoratori di entrambi i sessi, Ninhursag /Mammi/Ninti depose sette mucchietti di “argilla” in uno “stampo maschile” e sette in uno “stampo femminile”, con questo procedimento di creare a ciascun turno sette maschi e sette femmine, i “misti” si moltiplicarono.

Ma questo essere ibrido non era in grado di riprodursi. I “misti” vennero messi a lavorare nelle miniere d’oro dell’Abzu, motivo della loro creazione. Successivamente ulteriori modifiche genetiche (che portarono alla creazione prima del Neanderthal e infine dell’ Homo Sapiens) da parte di Enki e Ninhursag, nel Giardino dell’Eden (L’E.DIN sumero), dove gli Anunnaki avevano portato i lavoratori primitivi che vivevano nell’Abzu, l’Adamu venne migliorato e dotato della possibilità di riprodursi. Un ulteriore prova delle manipolazioni genetiche è il simbolo che più di frequente raffigura Enki, i Serpenti Intrecciati, usato
ancora oggi ad emblema della medicina, si ispirava alla doppia elica del DNA, che veniva anche raffigurata nell’Albero della Vita presente nel Giardino dell’Ede.

Ma non sono solo gli archeologi e gli studiosi di paleoantropologia ad interessarsi al problema, anche I genetisti si sono spesso interrogati su alcune anomalie riscontrate nei DNA prelevati dai resti di alcuni nostri antenati.

Gli scienziati collocano la comparsa dell’uomo moderno intorno ai duecentomila anni fa, tenendo conto soprattutto di alcune stime ottenute per analisi genetica.

Il prof. Roger Lewin, in uno dei suoi saggi sull’evoluzione umana scrive: “ L’origine di esseri umani assolutamente moderni (homo sapiens) rimane uno dei grandi enigmi della paleoantropologia “ e il grande Theodosius Dobzansky conferma : “ Quale sia l’origine dell’Homo Sapiens resta davvero un mistero “. E ancora l’autorevole Atlas of Ancient Archaeology così riassume la situazione : “ La storia di Homo Sapiens rimane oscura. Pochissimo sappiamo dell’approccio a uno dei grandi momenti di svolta della nostra storia globale”.

Tutti gli scienziati concordano con l’idea base di Darwin secondo cui l’evoluzione è un processo incessante e lentissimo. Milioni di anni per scendere dagli alberi e drizzarsi in piedi nella savana, milioni di anni per usare le mani e il fuoco e centinaia di migliaia di anni per diffondersi ai quattro angoli del pianeta !

Di conseguenza, ci si chiede : “ Come mai l’Homo Sapiens è apparso circa duecentomila anni fa e non due o tre milioni di anni più avanti, come avrebbe dovuto essere se fossero stati rispettati i normali ritmi evolutivi?”

Né dovremmo aver raggiunto uno stadio avanzato di civiltà, ma dovremmo essere, ed è universalmente riconosciuto, ancora dei selvaggi !
A questo punto e In conclusione può venirci il dubbio di essere noi stessi il frutto di un antichissimo intervento genetico attuato da scienziati di una misteriosa civiltà evoluta e allora, ed è qui il punto cruciale, che cosa ci è stato raccontato fino ad oggi?

Certamente, mi dice uno stimato scienziato, che ovviamente non vuol far sapere il suo nome , “ i potenti della Terra, siano essi religiosi che capi di Stato laici, sono informati, ma per non creare un caos planetario tacciono”.


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Capitoli Precedenti

La storia da riscrivere | Introduzione

La storia da riscrivere | Parte Seconda

La storia da riscrivere | Parte terza

La storia da riscrivere | Parte quarta

La storia da riscrivere | Parte quinta

La storia da riscrivere | Parte sesta

La storia da riscrivere | Parte Settima

La storia da riscrivere | Parte Ottava

InfoBox Autore

Ennio La Malfa
Ennio La Malfa
Scrittore (saggistica in attivo 19 pubblicazioni e oltre 100 servizi giornalistici scientifici) - Docente sulle tecniche e sui sistemi della Comunicazione presso l'università della Tuscia - Esperto in Climatologia e sugli effetti negativi dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi terresti e marini – Già presidente della Commissione sui Cambiamenti Climatici del Ministero delle Politiche Agricole – Già membro del CNA ( Consiglio Nazionale Ambiente) - Fondatore di Accademia KRONOS - Esploratore e studioso delle civiltà andine e delle isole polinesiane con particolare riferimento all'Isola di Rapa Nui (Pasqua) Studioso sul complesso processo dell'uomo, dalla sua origine ai giorni nostri, processo conosciuto come ominazione - Progettista di aree specifiche per il lancio del turismo responsabile. Progettista e realizzatore del primo corso completo nazionale (Scuola Radio Elettra) su Tecnico dell’Ambiente e del corso promosso dalla Regione Toscana Sull’imprenditorialità nelle aree protette.
Negli anni 1970/1982 ha partecipato al completamento di Auroville in India, sia come raccolta fondi in Italia e sia sul posto con svariate mansioni.

TITOLI ED ESPERIENZE

Formazione Universitaria: Economia e Commercio e altre specializzazioni universitarie in Climatologia, Etologia, PNL, Ominazione.

Cavaliere della Repubblica per meriti ambientali - sociali . Conferimento del titolo del Presidente della Repubblica ad aprile del 2008.

Nei primi anni '90 Membro del Consiglio Nazionale dell'Ambiente presso il Ministero dell'Ambiente.

Presidente del Comitato Cambiamenti Climatici del Ministero Delle Politiche Agricole e Forestali.

Già presidente di Accademia Kronos ( vedere: HYPERLINK "http://www.accademiakronos.it" www.accademiakronos.it ).

Docente di moduli universitari in Tecniche e Sistemi della comunicazione (Università della Tuscia) nell’Ambito del Corso di Laurea in Educatore e Divulgatore Ambientale.

Responsabile per 4 anni della campagna istituzionale Bosco Italia del Corpo Forestale dello Stato.

Direttore del premio internazionale "Un Bosco per Kyoto".

Uno dei coordinatori per 7 anni della campagna nazionale Vivere il Mare, abbinata alla trasmissione televisiva ”Linea Blu”.

Già Vicepresidente della F.E.E. Italia, organo che assegna le Bandiere Blu alle spiagge e ai mari più puliti.

Scrittore scientifico ( 11 libri, 31 dispense e 189 articoli). Ultimamente, tra il 2018 e 2020 ha pubblicato 12 dispense scientifiche sul clima, sul problema dei rifiuti, sulla plastica nei mari, sulle energie alternative, la distruzione delle foreste pluviali e le migrazioni dei popoli africani. Completata la pubblicazione “La Storia da Riscrivere”

Documentarista e collaboratore scientifico TG2Dossier – Rai.

Autore di una serie televisiva offerta a 45 TV private italiane: "SOS Ambiente"(2009) che nelle ultime puntate, in totale 13, ha superato in Italia il milione e mezzo di ascolti.

ESPERIENZE (alcune)

Ideatore negli anni ’80 con il giornalista Pasquale Balsamo, e i direttori dell’ACI De Santis e Cavaglià dell’attuale trasmissione RAI di Onda Verde - CISS VIAGGIARE INFORMATI (prima si chiamava “Buon Viaggio”);

Giornalista servizi esterni in A Come Agricoltura ( RAI anni 70/80);

Gestione di trasmissioni scientifiche e culturali negli anni 70 e 80 in diverse radio private;

Direttore ed organizzatore per 5 anni dell'operazione nazionale "Vivere il Mare" - Responsabile di eventi con le scuole superiori in 38 comuni italiani.

Negli anni 80 ideatore alla Fiera di Roma della mostra mercato "Natale Oggi". Direttore fino a metà del 1990 di 2 grandi workshop con esposizioni abbinate, sia alla Fiera di Roma che al Palazzo dei Congressi dell'Eur: "La tavola nel Mondo" e Viaggi e Vacanze".

Uno dei due fondatori negli anni 1980 di Bandiere Blu Italia. Inizialmente operazione promossa dall'Ue per premiare le spiagge più sane e vivibili d' Europa. Oggi Bandiere Blu non è più gestita dall'Ue ma da associazioni private. Sono uscito dall'organizzazione quando l'Ue non ha più riconosciuto questa iniziativa.

Esperto di turismo responsabile e di attivazioni di siti sconosciuti ai fini del turismo internazionale.

Incaricato dalla regione Toscana di organizzare e gestire un corso formativo post laurea su: “Imprenditoria nelle aree protette”.

Incaricato dal Governo della Costarica di progettare un nuovo turismo internazionale legato non più all'ambiente, ma all'archeologia.

Organizzazione di spedizioni scientifiche in America Latina e nel Pacifico;

Ricerche scientifiche in loco sull'origine del popolo dell'isola di Pasqua;

Spedizioni scientifiche nella foresta pluviale del Congo;

Realizzatore nel 1981 del primo villaggio ad energia eolica e fotovoltaica d’Italia, costruito lungo le sponde del lago di Vico (VT);

Progettista in Italia e in Brasile di aree naturalistiche protette.

Ideatore di trasmissioni radiotelevisive sui fenomeni misterici ed enigmatici;

Organizzatore e proprietario della mostra itinerante sulle civiltà scomparse, con reperti unici al mondo. Mostre organizzate a Genova, Bologna, Civitavecchia e Viterbo.

Organizzatore delle crociere scientifiche ed educative sul Global Change con navi della flotta Lauro.

Ideatore della campagna di sensibilizzazione ambientale “Io faccio la mia parte” diventata successivamente un premio internazionale che ogni anno si celebra al Campidoglio di Roma.

Attualmente responsabile del comitato scientifico di Ecoitaliasostenibile

Già responsabile della Rivista scientifica online “ AK Informa” che raggiunge circa 70.000 utenti.


Ronciglione 07.02. 2022
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