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Siete miopi e non sapete cosa sono gli occhiali stenopeici? Non sentitevi a disagio se non ne avete mai sentito parlare, perché rientrano in quella tipologia di prodotti che possono migliorare un disagio ma che non potrebbero mai creare un business come quello dei tradizionali occhiali da vista. E vi spieghiamo anche il perchè!

Che lo sappiate o no gli occhiali tradizionali non migliorano la vista! Ti fanno “vedere meglio” questo si, ma sono due cose diverse.

Anzi, non solo non la migliorano ma tendono a peggiorarla, difatti un utilizzo intenso di occhiali e lenti a contatto espongono i nostri occhi a un forte stress; la vista continuerà a scendere, perché gli occhi diventeranno dipendenti da uno strumento esterno per avere una visione nitida, disabituandosi giorno dopo giorno a una messa a fuoco naturale.

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Chi dice questo?

Difficile sentirsi dire questo dal tuo oculista di fiducia purtroppo. Per lo più ti diranno che con delle normali lenti correttive tornerai a vedere bene, e questa è la verità indubbiamente, e se gli chiederemo se portando gli occhiali la vista migliorerà di certo non ci dirà che succederà proprio il contrario, ma ci suggerirà di tornare da lui (o lei) per “aggiustare” la gradazione delle lenti.

Personalmente una volta ho insistito con un oculista (un amico a dirla tutta), ma la sua risposta fu secca e decisa: “Non ci sono studi validi a supporto di questa teoria”.

Va bene – ho aggiunto – non ci sono studi validi probabilmente perchè nessun oculista ti venderebbe un suo consulto o un ottico ti venderebbe un paio di occhiali con attaccato un biglietto con su scritto: “ti farà vedere meglio, ma peggiorerà la tua vista“.

Ma ci sono state delle mosche bianche

È un errore credere che se gli occhiali non possono fare del bene non possano neanche fare del male. Gli occhiali mantengono uno sforzo. Un miope che porta gli occhiali deve sforzarsi tutto il tempo per allungare il bulbo oculare e renderlo adatto all’uso belle lenti.”

W. H. Bates

Questo, in estrema sintesi, è ciò che sostenne William Bates, un medico americano che nel 1919 pubblicò il libro “The Cure of Imperfect Sight by Treatment Without Glasses”.

Secondo Bates, chi porta gli occhiali con continuità va incontro a diversi problemi:

  • Stanchezza e mal di testa dovuti allo sforzo per una messa a fuoco innaturale;
  • Occhi esposti a un forte stress che mette a dura prova i sei muscoli del bulbo oculare;
  • Da tutto questo ne consegue un peggioramento nella precisione della vista;
  • E infine una degenerazione che porta ad aumentare sempre più la gradazione degli occhiali.

I suoi studi anche se datati non sono mai stati smentiti ufficialmente… solo ignorati e lo si evince anche dalla pagina che è stata lui dedicata su wikipedia.

Ma cosa proponeva il Dott. Bates?

Vi invitiamo a fare delle ricerche per approfondire poichè l’argomento è vasto e per trattarlo adeguatamente occorrerebbe usare termini tecnici e noiosi, ma anche in questo caso, e sempre in estrema sintesi, sosteneva che l’occhio come qualsiasi muscolo va “allenato”.

Il Dott. Bates ha suggerito vari esercizi da fare… e anche degli strumenti.

occhiali stenopeiciPartiamo dagli esercizi

Si, occorrerebbe fare una vera e propria ginnastica oculare, e come per i tuoi bicipiti non basterà un giorno di palestra a risolvere i tuoi problemi.

Sunning

La pratica del sunning (da sun che significa sole) è estremamente semplice, in quanto prevede l’esposizione alla luce solare, guardando direttamente il sole con le palpebre chiuse per almeno cinque minuti, anche più volte al giorno.
È necessaria quindi una giornata di sole. I momenti migliori per praticarlo sono fino a metà mattina e nel tardo pomeriggio, nei periodi primaverili ed estivi, evitando ovviamente i momenti in cui il sole è troppo forte o eccessivamente debole.
L’esercizio del sunning si può eseguire in qualsiasi posizione, seduta, supina o eretta.

Una volta scelta la posizione più comoda è necessario rilassare il corpo e la mente, respirando con calma.
L’esecuzione della tecnica del sunning non può essere sempre programmata, né ripetuta regolarmente in quanto dipende dalla presenza del sole. Si tratta di sfruttare questa opportunità tutte le volte che la natura c’è lo permette; per esempio è possibile fare sunning durante una piacevole passeggiata al parco oppure quando si sta aspettando l’autobus alla fermata.

Quindi effettuare questo semplice esercizio per cinque minuti ogni volta che è possibile,  immaginando di assorbire all’interno degli occhi la luce del sole che passa attraverso le palpebre mentre si respira consapevolmente.

Per ottenere i maggiori benefici è utile alternare l’esercizio del sunning a quello del palming.

Palming

Il palming (da palm che significa palmo) è la tecnica che di norma è opportuno svolgere subito dopo il sunning, e consiste nel coprire gli occhi delicatamente con il palmo della mano senza far filtrare la luce del sole.
Le mani costituiscono una barriera che isola dalla realtà esterna e agevolano il rilassamento, mentre gli occhi rimangono immersi nell’oscurità.
Una volta terminato l’esercizio del palming, occorre avere la precauzione di non aprire gli occhi con lo sguardo rivolto verso il sole, ma prima voltarsi nella direzione opposta.

Per questo esercizio sono necessari almeno due minuti per occhio e, anche in questo caso si consiglia di visualizzare scene rilassanti.

Punto Nero

In questo esercizio con gli occhi chiusi si immagina un punto nero il più a lungo possibile, quando lo si sta perdendo, si aprono gli occhi e si cerca di “fonderlo” con l’immagine che abbiamo d’avanti.

Contorno

Si deve seguire il contorno di un oggetto posto a circa due metri di distanza usando la punta del naso.

Rotazioni del collo

Questo esercizio si effettua davanti ad uno specchio. Senza mai perdere il contatto con gli occhi riflessi nello specchio si deve prima mimare più volte un SI convinto e poi un NO, quindi roteare la testa prima in senso orario e poi in senso antiorario.


Certo, questi esercizi andrebbero spiegati meglio, insieme ad altri, come per esempio quello dello sbadiglio o dello strizzamento delle palpebre, ma non potendo trattare un argomento così vasto a chi è interessato suggeriamo la lettura di questi libri.


 

Il Dott. Bates non suggerisce solo gli esercizi, ma anche un semplice e pratico strumento per effettuare forse il miglior esercizio in assoluto.

Stiamo parlando finalmente degli occhiali Stenopeici

Gli occhiali stenopeici NON hanno lenti correttive, meglio chiarirlo subito e non propongono nessuna tecnologia miracolosa o trascendentale!

Al posto delle lenti vi sono una serie di fori, creati appositamente che “obbligano” l’occhio a sforzarsi nel giusto modo per effettuare la ginnastica che gli serve.

I “fori” non sono dei semplici buchi fatti a caso, ma seguono delle distanze simmetriche e vengono effettuati con strumenti in grado di creare dei buchi perfetti e privi di microdifetti che potrebbero dare fastidio (o rendere vano il loro utilizzo).

Abbiamo richiesto maggiori informazioni a un’azienda produttrice di occhiali stenopeici d’eccellenza italiana la DUAL DREAM ® che ci ha spiegato che:

Quando una persona con disturbi di miopia, ipermetropia, presbiopia o astigmatismo guarda attraverso i fori cilindrici degli occhiali DUAL DREAM ®, per mettere a fuoco le immagini deve necessariamente fare dei piccolissimi movimenti chiamati movimento oculare indotto o movimento saccadico, in sintesi una sorta di vera e propria ginnastica passiva ai fini di allenare e riabilitare la muscolatura che circonda l’occhio, cosa che le lenti tradizionali da vista non fanno, irrigidiscono anzi tale funzione che nel tempo non migliora, impigrendosi e perdendo l’elasticità di movimento.

I fori cilindrici inoltre lasciano passare solo i raggi luminosi diretti eliminando quelli obliqui che causano l’errore rifrattivo e danno visione sfocata.

Con questo metodo la quantità di luce diminuisce mentre la profondità di campo aumenta e di conseguenza le immagini che prima erano sfocate ora diventano più nitide e chiare. I raggi luminosi obliqui non causano problemi se si ha una buona vista perché l’occhio è in grado di farli convergere nel punto giusto, cioè sulla parte centrale della retina, ma in un occhio con difetti di rifrazione i raggi obliqui non vanno a fuoco correttamente e creano la tipica immagine sfocata.

Oltre agli opportuni chiarimenti ci ha cortesemente inviato, alcune settimane fa uno dei suoi modelli affinchè potessimo testarne l’utilizzo per un periodo minimo ma comunque significativo.

A breve usciremo quindi con un nuovo articolo contenente altre informazioni, come per esempio, quando andrebbero usati, per quanto tempo in che modo e sopratutto scriveremo le nostre personalissime impressioni, quindi registratevi se non l’avete ancora fatto per essere avvertiti quando pubblicheremo il nuovo articolo, e

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