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La risposta alla domanda posta nel titolo, come probabilmente già saprai, non è ricchezza, fama, bellezza o potere. Piuttosto, è il modo in cui gli altri, in particolare quelli più vicini a te come amici, familiari e colleghi, ti trattano. Quando le persone a te vicine sono gentili con te, non puoi fare a meno di sentirti felice; quando ti maltrattano o ti evitano, sei destinato a essere infelice.

Il motivo per cui la nostra felicità dipende così tanto dalla qualità delle nostre relazioni è che siamo creature estremamente sociali. La prova della nostra natura sociale è ovunque intorno a noi. Ci preoccupiamo così tanto di ciò che gli altri pensano di noi che, preferiremmo vivere un evento limitatamente spiacevole, come per esempio guardare un brutto film, con coloro che condividono le nostre opinioni negative sull’evento piuttosto che vivere un evento piacevole come per esempio vedere un bel film in compagnia di chi non è d’accordo con noi.

La nostra natura sociale è anche la ragione per cui essere innamorati è una delle esperienze più amate e perché la solitudine – la cui forma estrema è l’isolamento – è considerato, da coloro che sono stati sfortunati a sopportarlo, una delle esperienze più estenuanti della vita.

Tutto ciò significa che può essere estremamente difficile avere a che fare con persone negative, persone che abbassano il tuo umore con il loro pessimismo, ansia e senso generale di sfiducia. Immagina di essere costantemente scoraggiato dal perseguire i tuoi sogni perché: “pochissime persone riescono nella vita”. Oppure immagina di essere costantemente messo in guardia contro l’apprendimento di una nuova abilità, come le immersioni subacquee o l’equitazione, perché “è troppo pericoloso”.

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L’esposizione costante a tale negatività può fare breccia nella tua riserva di positività, portandoti a diventare negativo – diffidente, ansioso e diffidente – te stesso, o a diventare indifferente, indifferente o addirittura cattivo nei confronti della persona negativa.

Quindi, come si affrontano le persone negative?

Una soluzione ovvia è allontanarsi da loro. È più facile a dirsi che a farsi…

Mentre potremmo sempre allontanarci dal barista con un atteggiamento negativo o evitare la vicina di casa, di certo non possiamo allontanarci da un genitore, fratello, coniuge, collega o amico con un atteggiamento negativo.

Un approccio più pratico per affrontarli è iniziare comprendendo le ragioni della loro negatività. In breve, quasi tutta la negatività ha le sue radici in una delle tre paure radicate: la paura di essere mancato di rispetto dagli altri, la paura di non essere amati dagli altri e la paura che accadano “cose ​​cattive”. Queste paure si alimentano a vicenda per alimentare la convinzione che “il mondo è un posto pericoloso e le persone generalmente sono cattive“.

La negatività è una richiesta d’aiuto sottilmente mascherata, per sentirsi rispettati, amati e in controllo.

È facile vedere come, dal punto di vista di chi opera con tali paure, abbia senso mettere in discussione la saggezza di perseguire i sogni (il fallimento sembra quasi garantito) ed essere contrari a correre rischi anche se è ovvio che farlo è necessario per imparare e crescere. È anche facile capire perché le persone con queste paure avrebbero difficoltà a fidarsi delle altre persone.

Le paure che le persone negative nutrono si manifestano in vari modi, tra cui:

  • La propensione a offendersi per i commenti degli altri: “stai bene oggi” è interpretato come “vuoi dire, non stavo bene ieri?”
  • Il giudizio, ovvero la tendenza ad attribuire motivazioni negative alle azioni innocenti degli altri; quindi, gli ospiti che non si complimentano per un pasto sono giudicati come “bruti rozzi che non meritano inviti futuri”.
  • Diffidenza: un senso di impotenza riguardo alla propria capacità di affrontare le sfide della vita, che porta all’ansia nell’affrontare tali sfide e alla vergogna o colpa quando le sfide non vengono affrontate.
  • Natura esigente: sebbene le persone negative siano diffidenti riguardo alle proprie capacità, fanno comunque pressione sugli altri per avere successo e “rendermi orgoglioso” e “non deludermi”.
  • Pessimismo, ovvero la tendenza a credere che il futuro sia cupo; così, ad esempio, le persone negative possono pensare più facilmente ai modi in cui un’importante chiamata di vendita andrà male che bene.
  • Avversione al rischio, soprattutto nei contesti sociali. Ciò porta alla riluttanza a divulgare qualsiasi informazione che potrebbe essere “usata contro di me”, portando alla fine a noiose conversazioni
  • La necessità di controllare i comportamenti degli altri, specialmente degli altri intimi. Ad esempio, le persone negative hanno forti preferenze su cosa e come dovrebbero mangiare i loro figli, che tipo di auto dovrebbe guidare il loro coniuge e così via.

Nota una caratteristica comune a tutte queste manifestazioni di negatività: la tendenza a incolpare fattori esterni – altre persone, l’ambiente o fortuna – piuttosto che se stessi, per i propri atteggiamenti negativi. Quindi, le persone negative tendono a pensare, se solo le persone si rendessero conto del mio vero valore. Se solo le persone fossero più gentili e il mondo non fosse irto di pericoli. Se solo i miei amici, parenti e colleghi si comportassero come vorrei, sarei felice.

Trattare con persone negative richiede compassione, assumersi la responsabilità della propria felicità e maturità.

LA NUVOLA NERA CHE NON SI DISSOLVE MAI

Quindi è molto importante imparare a distinguere le persone realmente negative dall’amica che sta attraversando un periodo nero e che quindi è sempre triste e abbattuta: in questo secondo caso siamo tenute ad esprimere con ogni mezzo la nostra vicinanza e il nostro affetto.

Guardiamoci invece da quei soggetti che si lamentano sempre e costantemente, ad esempio, di difficoltà lavorative o personali che considerano insormontabili, mentre in effetti non hanno il coraggio di mettersi in gioco per superare gli ostacoli. Questo atteggiamento negativo si riversa anche sulle persone che stanno accanto a loro: quando toccherà a noi destreggiarci con una situazione complicata, non sentiremo mai la parola di incoraggiamento che ci serve, ma saremo semmai invitati a lasciar perdere perché tanto non ce la faremo mai. Questo, oltre a renderci ancora più difficile la strada, può minare la nostra autostima.

Trovare difficile affrontare la negatività degli altri suggerisce che c’è un seme di negatività in se stessi.

Diceva Winston Churchill: «Un pessimista vede le difficoltà in ogni opportunità; un ottimista vede le opportunità in ogni difficoltà»,

e voi che ne pensate?
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