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La respirazione olotropica è diventata sempre più popolare in America tra coloro che cercano di esplorare un processo unico di autoguarigione per raggiungere uno stato di integrità. Questa pratica New Age non convenzionale è stata sviluppata dagli psichiatri  Stanislav Grof negli anni ’70 per ottenere stati alterati di coscienza senza l’ausilio di droghe, come potenziale strumento terapeutico.

La respirazione olotropica implica il controllo e l’accelerazione dei modelli di respirazione per influenzare i tuoi stati mentali, emotivi e fisici.respirazione olotropica

Professionisti della respirazione olotropica

La respirazione olotropica (quella ufficiale), può essere condotta solo da istruttori certificati che ottengono una certificazione dalla Fondazione Grof dopo il completamento di un corso di formazione di 600 ore.
In molti paesi, i praticanti utilizzano questa tecnica come pratica spirituale piuttosto che terapeutica. In questo modo, alcune persone partecipano per espandere la propria consapevolezza piuttosto che per superare o gestire una condizione di salute mentale.

Molti sostenitori della respirazione olotropica sostengono che questa tecnica ti faccia avanzare verso una coscienza superiore.

In altre parole, potrebbe spostarti in un altro stato, che può essere attraente per le persone che si sentono bloccate e incapaci di avanzare usando altri mezzi. Spesso, questa sensazione di risveglio può avvenire attraverso una qualche forma di catarsi.

La convinzione dei sostenitori della respirazione olotropica è che il trauma represso si manifesterà durante una sessione solo se è necessario per la guarigione; e che questo non si saprà all’inizio della seduta. Piuttosto, l’esperienza di ogni persona è unica, autodiretta e si sviluppa da sola man mano che la pratica progredisce.

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Storia

Dopo che l’LSD divenne illegale alla fine degli anni ’60, i coniugi Grof, che erano stati i sostenitori degli effetti terapeutici dell’LSD, svilupparono la respirazione olotropica con lo scopo di ottenere stati alterati di coscienza nei loro pazienti senza usare droghe psichedeliche. I Grof erano formati nella terapia psicoanalitica freudiana e credevano che il processo di profonda esplorazione di sé provocato da questi stati alterati potesse portare alla guarigione.

Stanislav Grof è conosciuto come il co-fondatore della psicologia transpersonale (insieme ad Abraham Maslow). Grof iniziò il suo lavoro presso l’Istituto di ricerca psichiatrica di Praga e alla fine si trasferì alla Johns Hopkins University di Baltimora. Il suo lavoro è stato condotto con pazienti affetti da malattie psichiatriche, cancro e tossicodipendenza.

Finestra sul sé

La pratica della respirazione olotropica quindi implica l’utilizzo di un processo di respirazione controllata per accedere a stati alterati di coscienza. con lo scopo di ottenere una illuminazione di qualche tipo.

Dalle parole greche “holos” (intero) e “trepein” (muoversi verso), la parola “olotropico” si traduce in “muoversi verso l’integrità”.

La tecnica secondo il professor Grof andrebbe effettuata sempre in gruppo, o come minimo in due, quindi ogni praticante dovrebbe avere vicino un’altra persona definita “facilitatore”, che sarà vicino unicamente con funzioni di supporto emotivo e per controllare che tutto vada bene.

Durante la respirazione olotropica, i partecipanti respirano rapidamente e in modo uniforme per indurre uno stato alterato dal quale si ritiene che possa derivare una comprensione più profonda di se stessi. Alcuni descrivono questa esperienza come una forma di meditazione più intensa.

La premessa di base

libro respirazione olotropicaIl principio alla base della respirazione olotropica è che ogni persona ha un radar interno (o una coscienza) in grado di determinare se c’è stata una esperienza nel proprio èassato, anche rimossa, ma che continua a causare danni comportamentalida cui vorremmo “guarire”. Il rivivere questa esperienza ci porterà in uno stato maggiore di consapevolezza e quindi, secondo alcuni, a un passo più vicino dalla guarigione, o se di guarigione proprio non possiamo parlare, diciamo di miglioramento di alcune problematiche comportamentali.

Le persone spesso sperimentano un’intensa crisi “terapeutica” che aiuta a spazzare via le energie negative e le conduce in un luogo di guarigione di maggiore comprensione. Questo sarà sempre specifico per la persona in quel particolare momento della sua vita.

Come funziona tecnicamente

Il modello di respirazione che si deve attuare è pensato per essere uniforme e costante in modo che il partecipante eviti l’iperventilazione. Tuttavia, alcuni attribuiscono le sensazioni fisiche dell’esperienza proprio a ciò che succede in caso di iperventilazione.

In passato, l’iperventilazione era una tecnica molto usata dai grandi dell’apnea; ora invece si preferisce ricorrere a nuove tecniche di ventilazione e rilassamento, come la respirazione prāṇāyāma.

L’atto di iperventilazione (espirare troppa CO2), può portare ad uno stato alterato di coscienza, nonché sensazioni fisiche di formicolio alle dita e alla bocca, stordimento e vertigini.

Tutto questo non può non farci riflettere sul fatto che molte tecniche meditative si basano sul “respiro affannoso”, per citarne una basti pensare alla tecnica “Chit Shakti” di cui abbiamo già parlato in questo articolo.

Meditazioni Guidate per il Successo, Amore, Salute e Pace

In quell’articolo il maestro Sadhguru guidandoci attraverso delle meditazioni in un passaggio ci fa respirare affannosamente, anche se per pochissimi minuti. Quindi alla base di molte tecniche Yoga esisteva già questa pratica.

Come si pratica

La respirazione olotropica è più spesso praticata in un contesto di gruppo guidato da un facilitatore addestrato. Può anche essere offerto in sessioni individuali o come parte di un ritiro.
Le persone sono accoppiate in un ambiente di gruppo. C’è un “respiratore” un “sitter” e un “facilitatore”.
Chi respira è la persona che pratica e sperimenta attivamente, il sitter si assicurerà solo che il respiro sia sicuro e fornirà supporto emotivo e psicologico durante la sessione.respirazione olotropica

In facilitatore guida la sessione, stabilendo il ritmo del respiro spesso accompagnato e ritmato da musica. La pratica viene effettuata a occhi chiusi. Mentre la velocità della respirazione aumenta, viene prestata attenzione a mantenere la respirazione uniforme, il che aiuta i professionisti a evitare complicazioni dovute all’iperventilazione.

Una sessione può durare dalle 2 alle 3 ore in totale!

Il respiratore giacerà su un tappetino per la durata di una sessione, in posizione comodas con un cuscino dietro la testa e le braccia divaricate. Devono essere liberi di potersi muovere liberamente nella posizione che riterranno migliore per continuare la pratica.

Viene riprodotta musica ripetitiva. La musica ritmica incoraggia chi respira ad entrare in uno stato alterato di coscienza (simile ad avere un sogno vivido). La musica inizia con la batteria, e alla fine raggiunge un picco e passa alla “musica del cuore”. Da lì alla fine si trasforma in musica meditativa.

Oltre a muoversi nel modo che preferiscono, i respiratori sono incoraggiati a emettere qualsiasi suono che ritenga giusto per loro.
Successivamente, i partecipanti disegnano mandala sulla loro esperienza e discutono di cosa è successo. Questo potrebbe essere il rivivere un trauma passato, sentimenti di gioia o lo sviluppo della consapevolezza spirituale. In sostanza, l’obiettivo è che la respirazione olotropica sia un catalizzatore in grado di portare in superficie le questioni più importanti che una persona deve affrontare.

Non c’è una linea guida specifica o un’aspettativa su ciò che deve accadere o su quali questioni vengono esplorate durante una sessione. I partecipanti sono liberi di lavorare su qualunque cosa si presenti quando entrano nello stato alterato.

I sostenitori di questa tecnica sostengono che questo stato alterato consente alle persone di accedere a parti della mente che di solito non sono accessibili; questo potrebbe includere ricordi riemergenti di eventi passati.

In questo video viene spiegato all’inizio cos’è la respirazione olotropica e verso la fine (il punto che ti suggeriamo di vedere), come si pratica. Il video è in lingua inglese, potete comunque attivare i sottotitoli con traduzione italiana se non riuscite bene a comprendere, tuttavia già le immagini sono sufficientemente eloquenti.

Come ci si sente

Una domanda comune è come ci si sente a partecipare alla respirazione olotropica? Potrebbe sembrare spaventoso respirare in questo modo e potresti preoccuparti degli effetti che sperimenterai.

respirazione olotropicaLa respirazione rapida può sembrare opprimente o inquietante, ma i praticanti sono sempre invitati a fare marcia indietro se le sensazioni sembrano eccessive. Tuttavia, coloro che respirano sono incoraggiati a procedere (in sicurezza) se sono in grado, poiché si pensa che questo sia il percorso verso l’illuminazione che la pratica cerca di rivelare.

Piuttosto che chiamarlo uno stato alterato di coscienza, alcuni preferiscono riferirsi a questo come uno “stato di coscienza non ordinario” per evitare il termine “alterato” che ha connotazioni negative.

La respirazione olotropica è un’esperienza che dovrebbe portare la persona in una dimensione più profonda del momento presente e vedere le cose in un modo più colorato e perspicace di quanto la realtà potrebbe apparire altrimenti.

Benefici

Mancano ricerche per supportare i benefici terapeutici della respirazione olotropica per condizioni psichiatriche come la depressione e l’ansia. Tuttavia, ci sono alcune prove che suggeriscono che potrebbe essere utile per il rilassamento, il sollievo dallo stress, la crescita personale o la consapevolezza di sé.

Trascorrere del tempo in un ambiente di fiducia, concentrarsi su preoccupazioni di vita più profonde, imparare a supportare le altre persone, confidare nella propria capacità di guarire se stessi e sviluppare la compassione sono tutti potenziali benefici.

Si raccomanda sempre che la pratica della respirazione olotropica sia intrapresa insieme alla terapia tradizionale, e mai usata come un sostituto, inoltre va sempre richiesto consiglio ad un medico se fare questa pratica poichè può essere fortemente sconsigliata a persone affetti da specifci problemi di salute (vedi sotto chi non dovrebbe praticarla).

Rischi potenziali

Come qualsiasi pratica di tipo “intenso” ci possono essere potenziali rischi alla partecipazione della respirazione olotropica. Questa tecnica potrebbe causare disagio in individui vulnerabili, come quelli a rischio di psicosi, inoltre, ci sono rischi medici significativi di iperventilazione.

Poiché il processo di respirazione olotropica è finalizzato a una “esperienza profonda“, è possibile che sorgano sensazioni spiacevoli, note anche come “crisi di guarigione“. In effetti, questa tecnica è controversa perché comporta la possibile amplificazione dei sintomi in modi potenzialmente problematici.

La respirazione olotropica può causare una riduzione dell’anidride carbonica e altre alterazioni della chimica del sangue che possono portare a vertigini, svenimenti, debolezza, spasmi delle mani e dei piedi e persino convulsioni.

Chi non la dovrebbe praticare?

Questa tecnica può evocare intensi cambiamenti fisici ed emotivi, pertanto per chiunque stia pensando di provare la respirazione olotropica è una buona idea discutere i possibili rischi con il proprio medico prima di intraprendere questa pratica alternativa, soprattutto se si dispone di una delle seguenti condizioni:

  • Malattia cardiovascolare
  • Infarti, ipertensione e angina
  • Glaucoma o distacco di retina
  • Lesioni recenti o interventi chirurgici
  • Qualsiasi condizione che richieda l’assunzione di farmaci
  • Attacchi di panico o psicosi
  • Convulsioni
  • Grave malattia mentale
  • Aneurismi (o storia familiare)
  • Sei incinta o stai allattando

Se scegli di partecipare a questa tecnica, assicurati di essere consapevole dei rischi.

Poichè questa pratica, a dispetto di tutti i consigli che si possano dare, spesso viene attuata da soli, gli esperti danno qualche guida da seguire. Il primo consiglio in assoluto è procedere per gradi. Non cercare a tutti i costi l’esperienza di alterazione di stato di coscienza al primo tentativo, perchè per ottenerlo subito si dovrebbe protrarre la pratica per un periodo troppo lungo per una prima volta. Con un Sitter che ti controlla, nel momento in cui si accorgesse che hai dei problemi potrebbe obbligarti a interrompere la pratica e guidarti nella “ripresa”, ma se sei da solo puoi solo autogestirti, e il modo migliore per farlo è quello di iniziare per gradi, magari con una sessione di trenta minuti per la prima volta.

Probabilmente se riuscirete a mantenere il ritmo del respiro per trenta minuti sarete già esausti, quando suonerà la sveglia che avrete impostato, avrete la bocca secca, le labbra screpolate e la gola leggermente infiammata, vi girerà la testa avrete vertigini e formicolii alle mani e ai piedi.

Se avrete voglia di riprovare una seconda volta magari aggiungerete 10 minuti in più e così via fino al raggiungimento dell’esperienza.

Cosa si “vede” durante l’esperienza

Ognuno avrà una esperienza differente, questo è certo. Qualcuno ha raccontato di aver visto, bellissimi caledoscopi colorati roteare vorticosamente e basta, altri hanno vissuto delle esperienze simili a quelle raccontate da chi ha vissuto una esperienza di premorte, ma la maggiorparte delle persone raccontano semplicemente di aver “ricordato” o addirittura “rivissuto” un episodio della propria vita che avevano dimenticato, oppure che ricordavano ma che non avevano mai ritenuto importante e soffermandosi a riflettere sul perchè durante l’esperienza abbiano ricordato proprio tale ricordo potrebbe essere di aiuto.

Naturalmente ci sono anche casi più estremi, come chi ha vissuto quello che sembra essere un ricordo non suo, o almeno non della sua vita attuale se vogliamo pensarla così, e chi ha visto, strani esseri da fattezze aliene ricordando o immaginando esperienze di abduction molto simili a quelle che il professor Malanga ha fatto rivivere a centinaia di persone grazie alla regressione ipnotica.

“Gli UFO nella mente”, indagine di un rapimento alieno

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